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The last step: Chargeurs combing and the silky Shanghai region


L’ultima tappa del nostro viaggio è stata Shanghai, o meglio, l’area Industriale nella regione di Shanghai che da oltre 200 anni è il cuore pulsante dell’industria tessile cinese. Qui abbiamo passato 3 intense giornate tra Suzhou, dove abbiamo visitato la pettinatura di Chargeurs, e il famoso distretto serico di Zhejiang, dove abbiamo scoperto tutti le fasi di lavorazione che portano il bozzolo della pupa a diventare lucente filato.


I procedimenti che rendono la lana sucida candido tops, pronto a essere filato, erano a noi già noti perché durante il corso Master avevamo già avuto la fortuna di visitare le ultime 2 pettinature italiane rimaste in Italia, Verrone e Romagnano Sesia.

Durante la visita a Chargeurs, oltre all’interessante ripasso delle tecniche di lavaggio e pettinatura usate per rendere la lana filabile, ci ha particolarmente colpito il sistema di smantellamento e riciclo del materiale di scarto. Alla Suzhou, infatti, i fanghi che restano nell’acqua dopo il lavaggio della lana, essendo prevalentemente materiale di origine naturale, non sono eliminati, ma separati dall’acqua di lavaggio e venduti come concime a industrie agricole limitrofe.

Il secondo e il terzo giorno ci siamo recate a Zhejiang, dove ci siamo immerse nell’interessantissimo, e per noi ancora poco conosciuto, mondo della seta.


Il primo giorno abbiamo scoperto come si produce il filato da bava continua. Questo filato molto pregiato, ricavato direttamente dal filo di bava della cosiddetta pupa (bozzolo e crisalide), è ottenuto tramite un processo unico e spettacolare. Prima di essere lavorate, le pupe sono essiccate, cernite in base alla loro qualità e poi bollite, a una temperatura di circa 70 gradi, per ammorbidirne la sericina. Una volta ammorbidite, vengono scopinate, ovvero pulite dalla strusa, il materiale in eccesso rispetto alla bava continua del bozzolo, ed infine filate.

La filatura è il procedimento più sorprendente: le pupine, pulite dalla bava in eccesso, sono trasportate in un canale pieno d’acqua sopra al quale si trova la macchina di filatura che, tramite una spazzola, trattiene tutti i capo-bava, li aggancia a un meccanismo rotante e comincia a srotolare le bave, accoppiarle e ritorcerle a gruppi di 7.

Durante la fase di “storcigliamento” le pupe, grazie al moto di srotolamento, si rimpiccioliscono fino a scomparire in un delizioso vortice di piroette.

La nostra esperienza cinese è terminata con la visita di un'azienda leader nella produzione di tops e filati prodotti con gli scarti della lavorazione del filato da bava continua. Qui abbiamo verificato che i cascami di seta seguono una procedura simile a quella della lavorazione della lana con alcune interessanti differenze. Innanzitutto, prima di cominciare la trasformazione dei cascami, è necessario ammorbidirli in un bagno chimico, poi gli scarti serici vengono puliti manualmente dalle impurità più grossolane e infine, prima di essere trasformati in tops, pettinati a piccoli ciuffi, ricontrollati e solo allora accoppiati, pettinati e ripettinati. I tops ottenuti dai cascami possono essere usati per creare filati 100% seta o mischiati in bland con altri materiali, principalmente lana e cashmere.


Ringraziamo di cuore Chargeurs, il Signor Federico Buratti e i Suoi collaboratori cinesi, in particolare il Signor Ding Xiyang, per aver reso possibile questa entusiasmante attività, offrendoci una incredibile opportunità.



The last stop of our trip was Shanghai, or rather, the Industrial Area in the Shanghai region, the heart of the Chinese textile industry. Here we spent 3 intense days in Suzhou, where we visited the Chargeurs' combing mills and the famous silky district of Zhejiang, where we discovered all the processing phases that bring the cocoon of the pupa into shiny yarn.


We were already familiar with the procedures that make the greasy wool white tops, as during the Master course we had already visited the last 2 Italian combs left, Verrone and Romagnano Sesia.

During the visit at Chargeurs, besides the interesting check of the washing and combing techniques, we found particularly interesting the wool waste removal and recycling system. In Suzhou, in fact, the sludges which remain in the water after the wool washing, being mainly of natural origin, are dried and sold as fertilizers to neighbouring agricultural industries.

On the second and the third day we went to Zhejiang, where immerged in the most interesting, and little know, silk world.


The first day we discovered how continuous yarn is produced. This precious product, obtained directly from the filament of the so-called pupa (cocoon and chrysalis), is obtained through a unique and spectacular process. Before being worked, pupa are dried, sorted according to their quality and then boiled, at a temperature of about 70 degrees, to soften the sericine. Once softened, these little are exposed, cleaned by the excess material and finally spanned.

The spinning is the most surprising process: the pupa, are transported to a water-filled canal placed under the spinning machine which, towards a brush, hooks all the bosses into a rotating mechanism and begins to unroll the bait pairing them to groups of 7.

During this phase the pupa, thanks to the unrolling motion, shrink until they disappear into a delicious whirlwind of pirouettes.

Our Chinese experience ended with the visit of a company leader in the production of tops and yarns made with silk waste. Here, we learned that the production of silk waste yarn follows a procedure similar to the one of wool combing with some interesting differences. First, before processing the waste, it is necessary to soften the silk with a chemical bath, then the waste are manually cleaned by the most coarse impurities and finally, before being transformed into tops, combed into small clumps. After been checked, the small slumps are paired and repetitively combed. Tops made from waste can be used to create 100% silk or mixed blends with other materials, mainly wool and cashmere.


We heartily thank Chargeurs, Mr Federico Buratti and his Chinese collaborators, especially Mr Ding Xiyang, for making this possible this exciting activity and offering us this incredible opportunity.


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