L'impero del sol levante: 中国
Scroll down for English version
Ultima tappa del nostro percorso formativo sulle materie prime è la Cina, potenza economica industriale mondiale e principale nazione per l’allevamento e produzione di fibre nobili quali il cashmere e la seta.
Dopo la breve ma intensa visita della capitale Pechino, e dopo avere osservato le notevoli differenze sociali ed economiche che caratterizzano questa immensa nazione, è la volta di imbarcarci per Chifeng, tra le principali città della Inner Mongolia, la regione dove vengono allevate le preziose capre Hircus o capre del cashmere, accompagnati dalla dott.sa Ines Vedovelli, referente di Loro Piana.
Scopo di questo viaggio è la visita della Dong Rong Group, azienda moderna e verticalizzata, che tratta ogni anno più di conquecento tonnellate di cashmere greggio “ejarrato”, in grado di produrre fino a trecento tonnellate di filato con le più moderne tecniche di filatura e con una capacità produttiva di ottocentomila maglie e accessori in puro cashmere. Questi prodotti vengono venduti e commercializzati in tutto il mondo ed i principali mercati sono l’Italia, la Svizzera, gli Stati Uniti, il Giappone e Hong Kong.
Particolarmente interessante per la nostra esperienza è stato osservare il processo di “ejarratura” che il cashmere subisce dopo essere stato pettinato dal vello della capra. L’animale, infatti, sviluppa durante l’inverno due velli: uno superficiale ricco di jarre e peli grossolani ed un secondo più pregiato, il duvet. È proprio quest’ultimo che viene utilizzato nel sistema tessile e che rende il cashmere una delle fibre più pregiate e care al mondo. Dopo la pettinatura dell’animale, il duvet subisce una prima cernita e pulizia dalle impurità, anche non naturali, eseguita a mano. La fibra viene poi immessa nelle linee di ejarratura che, in modo verosimile a quello della pettinatura della lana, iniziano e rendere la fibra più pulita. Le fasi successive di asciugatura e cardatura completano l’opera eliminando i residui vegetali ancora presenti e rendendo la fibra un soffice batuffolo. Il cashmere così “ejarrato” è pronto ad essere venduto come materia prima oppure trasformato in filato ed infine in maglia, accessorio o tessuto.
La continuazione della visita ci ha permesso anche di osservare i moderni processi di filatura cardata eseguita con il metodo “self-acting”, oltre che le fasi di “smacchinatura” delle maglie con macchina rettilinea per maglieria e la tessitura in puro cashmere.
Il giorno seguente abbiamo continuato la nostra visita della Inner Mongolia addentrandoci nell’entroterra della regione. Queste immense steppe sono caratterizzate da rigidi inverni e torridi estati oltre che da notevoli sbalzi termici tra il giorno e la notte; ciò ha reso necessario alle capre allevate in queste condizioni climatiche di sviluppare particolari caratteristiche di pelo per difendersi da questo clima ostile. È proprio in queste terre che abbiamo avuto la possibilità di osservare gli allevatori, i loro greggi e alcune operazioni di pettinatura e raccolta del duvet. Per via della crescente richiesta del mercato di questa preziosa fibra, gli allevatori sono stati portati ad aumentare la loro capacità produttiva incrementando il numero di capi allevati. A discapito di ciò, la finezza della fibra del duvet pettinato dagli animali ha rischiato di aumentare, con conseguente riduzione della qualità della fibra. Proprio per questo motivo, lo stato Cinese e diverse aziende, tra le quali Loro Piana, per preservare questo patrimonio animale stanno sviluppando progetti volti a cercare di salvaguardare la specie attraverso particolari centri di ricerca che hanno come obiettivo quello di migliorare e preservare la qualità della fibra tramite un particolare mix di condizioni di allevamento, nutrizione e selezione delle razze.
Dopo la fantastica esperienza in Inner Mongolia, abbiamo fatto rientro a Pechino e da li ci siamo diretti nella più occidentalizzata Shanghai, città da 24 milioni di persone, sotto molti aspetti molto simile alle più moderne capitali occidentali. Un weekend per riprenderci dalle fatiche dei viaggi precedenti e poi ci siamo diretti a Zhangjiagang, città industriale dell’area di Shanghai, da più di 200 anni cuore pulsante dell’industria tessile cinese. In questa città siamo stati ospiti di Chargeurs Luxury per visitare la pettinatura di loro proprietà che si occupa di trasformare la migliore lana greggia sul mercato per poi destinarla alle filature di tutto il mondo. Questa visita è stato un interessante e costruttivo ripasso del processo dopo averlo visto negli impianti di pettinatura di Verrone e Romagnano Sesia, gli ultimi due rimasti in Italia. Utile alla nostra conoscenza è stato anche il costruttivo scambio di opinioni con il direttore ed i suoi assistenti.
A seguire ci siamo diretti a Jiaxing, città industriale della zona e distante circa un’ora di treno da Shanghai, accompagnati dal corrispondente della Filatura Buratti. È in questa area industriale che abbiamo avuto l’opportunità di visitare e osservare due aziende che si occupano della trasformazione della seta, materia prima cui la Cina è il principale coltivatore mondiale. La seta è l’unico filamento continuo naturale e si ottiene dal bozzolo prodotto dai bachi da seta, un particolare insetto dell’ordine dei lepidotteri. Il verme del baco da seta, nutrito con foglie di gelso per 3/4 settimane, produce il filamento che avvolge attorno a sé creando quello che viene appunto definito “bozzolo”. Durante il primo giorno di visita abbiamo visto il processo di produzione del filamento continuo partendo dai bozzoli. Questi vengono prima attentamente selezionati a mano in base alla loro qualità e successivamente lavorati attraverso un processo di essicazione, cernita e bollitura per ammorbidire la sericina. In seguito, vengono ripuliti dalla strusa, materiale in eccesso, ed infine filati attraverso un sorprendente processo: i bozzoli vengono trasportati in un canale dove una spazzola trattiene i capi-bava, li aggancia ad un meccanismo rotante e comincia a srotolare le bave, accoppiarle e ritorcerle a gruppi di 7 avvolgendole in matasse di filamento finissimo.
Il giorno seguente, la visita si è soffermata sul processo produttivo di una seconda azienda che si occupa della produzione di “sliver”, seta sotto forma di nastro pettinato che viene lavorata dal cascame (o “kibiso”). Quest’ultimo è la strusa della seta che viene eliminata nella lavorazione del filamento continuo precedentemente descritta. Il cascame viene prima “sgommato” (eliminato dalla sericina) e ammorbidito attraverso un bagno chimico, poi sbiancato con del colorante e successivamente pettinato e accoppiato in più passaggi. Le impurità più grossolane vengono eliminate anche a mano fino ad ottenere un nastro continuo definito “sliver”, la cui consistenza è simile a quella dei tops di lana. Essi possono essere utilizzati per creare filati 100% seta secondo il processo di filatura pettinata oppure messi in mischia intima con altre fibre quali cashmere e lana in particolare per creare filati di composizione mista.
Un sentito ringraziamento va rivolto a Loro Piana e alla sua referente Ines Vedovelli, a Chargeurs Luxury e al signor Federico Buratti ed al suo collaboratore cinese Mr. Ding Xiyang, per la disponibilità, l’accoglienza e l’entusiasmo dimostratoci in questi fantastici giorni.