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Al principio della via della seta

  • Immagine del redattore: biellamaster
    biellamaster
  • 6 giorni fa
  • Tempo di lettura: 4 min

Dopo esser stati in Australia per lo studio della lana merinos e in Inner Mongolia per il cashmere, il viaggio dei masterini è finalmente volto al termine con l’ultima tappa ufficiale: Nanchino, nella regione del Jiangsu, uno dei poli serici più importanti al mondo. Grazie alla collaborazione tra l’azienda italiana Filati Buratti Spa e partner locali come Jiangsu SOHO Holding Group, Fuan Cocoon Silk e Fuyou Silk, è stato possibile osservare da vicino tutte le fasi della filiera, dalla sericoltura alla trasformazione dei filati.


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La prima tappa è stata il Brocade Museum di Nanchino, che custodisce tre tipologie storiche di broccato: lo Shu, il Song e lo Yun. Proprio quest’ultimo, tipico di Nanchino, rappresenta una delle massime espressioni dell’artigianato tessile cinese: un intreccio complesso di fili di seta arricchiti con oro, argento o piume di pavone, realizzato a mano da due tessitori che producono solo pochi centimetri al giorno. Non è replicabile dalle macchine moderne e, oltre al valore estetico, conserva un forte significato culturale, in passato legato alla regalità e oggi riconosciuto come patrimonio identitario.


A seguire, presso Fuan Cocoon Silk, la visita ha permesso di approfondire la storia della sericoltura cinese e il suo ruolo nello sviluppo della civiltà lungo la Via della Seta. Qui è stato ripercorso l’intero ciclo vitale del baco Bombyx mori — dalla deposizione delle uova alla formazione del bozzolo — passando per le fasi di selezione, essiccazione e trattura, durante le quali il filo serico viene dipanato immergendo i bozzoli in acqua calda per rimuovere la sericina. I bozzoli vengono classificati in base alla qualità: quelli perfetti sono destinati alla filatura di pregio, quelli doppi o imperfetti a produzioni specifiche come lo shantung o a usi secondari.


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L’ultima giornata ha visto i masterini ospiti di Fuyou Silk, realtà specializzata nella lavorazione dei cascami di seta, la cosiddetta seta Schappe, ottenuta da materiali non idonei alla filatura continua. Nonostante si tratti di scarti, il processo è complesso: lavaggi, rigenerazione chimica, controlli manuali e ottici, cardatura e pettinatura seguono principi simili a quelli del ciclo laniero per ottenere un nastro di fibra utilizzabile in tessiture di alto livello. Si tratta di un esempio concreto di approccio circolare e sostenibile, supportato da sistemi di depurazione e riutilizzo dell’acqua.


Questo viaggio ha offerto una visione completa di una filiera che coniuga know-how millenario e tecnologie moderne: dal broccato Yun simbolo di un patrimonio culturale, alle linee di produzione integrate che uniscono agricoltura e manifattura, fino alle soluzioni di riciclo avanzato. La collaborazione tra aziende italiane e cinesi si dimostra una leva strategica per valorizzare fibre nobili come la seta, mantenendo vivo il legame tra tradizione e innovazione nel mercato contemporaneo.


Un ringraziamento va a tutte le realtà ospitanti per aver aperto le porte della filiera serica con generosità e rigore tecnico, in particolar modo all’azienda Filati Buratti che, grazie al suo forte e storico legame con la seta e Nanchino, ci ha permesso di vivere questa incredibile esperienza.



After visiting Australia to study merino wool and Inner Mongolia for cashmere, the masterini’s journey finally came to an end with the final official stop: Nanjing, in the Jiangsu region, one of the world's most important silk hubs. Thanks to the collaboration between the Italian company Filati Buratti Spa and local partners such as Jiangsu SOHO Holding Group, Fuan Cocoon Silk, and Fuyou Silk, it was possible to observe all stages of the supply chain up close, from sericulture to yarn transformation.

 

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The first stop was the Brocade Museum in Nanjing, which houses three historic types of brocade: Shu, Song, and Yun. The latter, typical of Nanjing, represents one of the finest expressions of Chinese textile craftsmanship: a complex weave of silk threads embellished with gold, silver, or peacock feathers, handcrafted by two weavers who produce only a few centimeters per day. It cannot be replicated by modern machines and, beyond its aesthetic value, retains a strong cultural significance, once linked to royalty and today recognized as a cultural heritage.

 

Next, at Fuan Cocoon Silk, the visit provided an in-depth look at the history of Chinese sericulture and its role in the development of civilization along the Silk Road. Here, the entire life cycle of the Bombyx mori silkworm was retraced, from egg laying to cocoon formation, through the stages of selection, drying, and reeling, during which the silk thread is unraveled by immersing the cocoons in hot water to remove the sericin. The cocoons are classified according to quality: perfect ones are intended for high-quality spinning, double or imperfect ones for specific productions such as shantung or for secondary uses.

 

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On the final day, the masterini were guests of Fuyou Silk, a company specializing in the processing of silk waste, so-called Schappe silk, obtained from materials unsuitable for continuous spinning. Despite being

waste, the process is complex: washing, chemical regeneration, manual and optical inspections, carding, and combing follow principles similar to those of the wool cycle to obtain a fiber ribbon suitable for high-end weaving. This is a concrete example of a circular and sustainable approach, supported by water purification and reuse systems.

 

This trip offered a comprehensive overview of a supply chain that combines millennia-old know-how and modern technology: from Yun brocade, a symbol of cultural heritage, to integrated production lines that unite agriculture and manufacturing, to advanced recycling solutions. The collaboration between Italian and Chinese companies is proving to be a strategic lever for promoting noble fibers like silk, keeping alive the link between tradition and innovation in the contemporary market.

 

Thanks go to all the host organizations for opening the doors of the silk supply chain with generosity and technical rigor, especially to Filati Buratti, which, thanks to its strong and historic ties to silk and Nanjing, allowed us to live this incredible experience.

 
 
 

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